3 APRILE
2010:
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Fotografata l'esplosione di
una supernova con le sue ceneri |
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Questa immagine ottenuta dalla
composizione di riprese effettuate con i telescopi spaziali
Chandra (tonalità bluastre) e Spitzer (altre tonalità), offre
l'opportunità di esaminare la distribuzione del materiale
rilasciato da una stella massiccia prima e durante la sua
esplosione come supernova.
Solitamente l'onda d'urto riscalda le polveri e i gas dispersi
nello spazio e li illumina per un certo periodo, dipendente
dalle masse e dall'energia in gioco, dopodiché tutto tende a
raffreddarsi e a non essere più visibile.
Se però l'esplosione della supernova avviene, come nel caso qui
evidenziato di G54.1+0.3, all'interno di una ammasso stellare,
la radiazione delle altre stelle continua a riscaldare le ceneri
sparse nell'ambiente, rendendole tanto più evidenti
nell'infrarosso quanto più esse sono vicine alla fonte di
riscaldamento. L'alone rossastro (costellato di chiazze gialle e
verdi) non sarebbe dunque visibile in questa immagine se
l'eplosione fosse avvenuta lontano da altre stelle.
G54.1+0.3 offre dunque agli astronomi l'opportunità di
raccogliere informazioni sul comportamento, sulla natura e sulla
quantità delle polveri e dei gas emessi dal progenitore prima e
durante l'evento catastrofico allorché iniziano a raffreddarsi,
informazioni che ad oggi presentano diverse lacune.
Buona parte dell'ammasso risulta anche pervaso da poderosi venti
composti di particelle ad altissima energia, soffiati via dalla
stella di neutroni generata dall'esplosione e visibile al centro
della chiazza bluastra.
Per il team di ricercatori dell'Harvard-Smithsonian Center for
Astrophysics, che si occupano dello studio di G54.1+0.3 (coordinati
da Tea Temin), sarà interessante osservare in che modo questa
componente più energetica interferisce con l'ambiente in cui si
trova. |
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