Astronomia medievale |
|||||||||
ARISTARCO DI SAMO Aristarco di Samo (310 ca. - 250 ca. a.C.), filosofo, astronomo e matematico greco. Appare negli scritti di Archimede quale uno dei primi sostenitori di una teoria eliocentrica – in contrasto con le dottrine filosofiche e religiose del tempo – che poneva il Sole al centro dell'universo e la Terra in rotazione intorno a esso. Nell'unica sua opera giunta fino a noi, Sulle dimensioni e distanze del Sole e della Luna, l'astronomo definì un metodo per la misura delle distanze relative del Sole e della Luna dalla Terra, ma la mancanza di strumenti accurati lo condusse a risultati affetti da sensibili errori. TOLOMEO
Tolomeo (100 - 178 ca. d.C.), astronomo, geografo e matematico greco. Da antiche fonti si sa che trascorse la maggior parte della sua vita presso il tempio serapeo di Canopo, vicino ad Alessandria d'Egitto, svolgendo le osservazioni che costituirono la base per lo sviluppo della sua teoria astronomica.
TOLOMEO
La prima e più nota opera di Tolomeo, intitolata originariamente Megalé mathematiké sýntaxis (Grande sistema matematico), venne tradotta in arabo col titolo di Al-Majisti. Le traduzioni latine eseguite in Europa nel corso del Medioevo riportarono il titolo Almagesto, con il quale essa è giunta fino a noi. Nell'Almagesto Tolomeo propose una teoria che, assumendo la Terra immobile e al centro dell'universo, descrive in termini geometrici e matematici i moti apparenti e le posizioni dei cinque pianeti allora conosciuti, del Sole e della Luna inglobati nella sfera delle stelle fisse. Elaborato sulla base dei dati raccolti dai suoi predecessori, e in particolare da Ipparco, il sistema tolemaico prevede che i corpi celesti, quali la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno, ruotino intorno alla Terra percorrendo orbite perfettamente circolari, dette deferenti. Per spiegare le irregolarità osservate nei moti dei pianeti e i cambiamenti di dimensione e di luminosità dei corpi celesti, Tolomeo sostenne che solo il Sole percorresse il proprio deferente con moto uniforme, e che la Luna, e in generale gli altri pianeti, si muovessero su dei cerchi, detti epicicli, i cui centri si muovevano a loro volta sui relativi deferenti. Il sistema tolemaico con la complessa teoria degli epicicli poteva giustificare la maggior parte delle osservazioni astronomiche dell'epoca e rimase incontrastato fino al XVI secolo, quando l'astronomo polacco Niccolò Copernico rifiutò il sistema geocentrico, enunciando la rivoluzionaria teoria eliocentrica.
Benché il suo contributo fondamentale sia da cercare nell'ambito dell'astronomia, Tolomeo si interessò proficuamente anche di altre discipline, quali la geografia, la musica e l’ottica. Di notevole importanza storica è l'opera intitolata Geografia che, con il sistema di latitudine e longitudine introdotto, influenzò i cartografi per centinaia di anni, pur non contenendo dati affidabili; nell’opera, Tolomeo fornì istruzioni su come realizzare una mappa di tutto il mondo conosciuto all’epoca, trattando il problema matematico della proiezione del globo su una superficie piana; inoltre, compilò elenchi con nomi di località corredati delle relative coordinate, precisò confini e diede una classificazione dei climi. Per quanto riguarda la musica, Tolomeo espose una teoria dei suoni tipici della musica greca in un trattato intitolato Armonici. Nell'Ottica analizzò le proprietà della luce, e in particolare i fenomeni della rifrazione e della riflessione. Importante è anche il Tetrabiblo, un trattato in cui tentò di dare fondazione scientifica all'astrologia. Infine, Tolomeo applicò le sue conoscenze di matematica e astronomia per la costruzione di astrolabi e meridiane.
|